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«Quando i fatti cambiano, io cambio opinione. Lei cosa fa?»: questa frase, attribuita a John Maynard Keynes, è posta in esergo a questo libro. Scelta emblematica. In un'epoca che ha visto la progressiva erosione del giornalismo basato sui fatti e ha risentito della mancanza di intellettuali pubblici indipendenti, Judt decise di svolgere un ruolo raro e prezioso, mettendo insieme storia e attualità, Europa e America, e raccontando il mondo com'era un tempo e com'è oggi. La storica Jennifer Homans, vedova di Tony Judt, in questo libro ha raccolto i suoi articoli più importanti scritti negli ultimi quindici anni della sua vita. La voce di Judt nella sfera pubblica amplifica le sue ricerche storiche: l'idea e la realtà dell'Europa; Israele, l'Olocausto e gli ebrei; la superpotenza americana e il mondo dopo l'11 settembre; l'inclusione e la giustizia sociale nel nostro tempo di crescenti disuguaglianze. Tony Judt era convinto che il suo vero compito non fosse dire ciò che qualcosa non è bensì ciò che è: raccontare una storia convincente e ben scritta sulla base dei dati disponibili e farlo tenendo presente ciò che è giusto. Per Judt questo non era solo il suo dovere di storico, ma una responsabilità morale. "Quando i fatti (ci) cambiano" è una testimonianza della sua eredità.